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POWERCDI: POTENZA E CONTROLLO Rivoluzionaria centralina per moto racing da enduro, motocross e motard. L'unica dotata di cavo USB e software di serie e dell'innovativo Controllo Dinamico della Potenza.



Copyright © 2017 Fabio Bizzetti, tutti i diritti d'autore riservati. NOTA: la divulgazione e diffusione di questo articolo è gradita ed espressamente consentita, purché sia esclusivamente sotto forma di link diretto a questa pagina: qualsiasi altro uso è severamente vietato e verrà perseguito a norma di legge.




Svisceriamo la candela


In questo articolo (in continua evoluzione) troverete tutto quello che avreste voluto sapere sulle candele dei vostri motori, specie a 2 tempi.

INDICE: (NOTA: è possibile cliccare sugli argomenti per raggiungerli direttamente, oppure scorrere tutto il testo)


Funzione della candela e scelta del grado termico ottimale:


Oltre a quello di sigillare la camera di combustione, la candela ha il compito di generare la scintilla, ma lo deve fare in un ambiente molto difficile, complicato (nel caso del motore a 2 tempi) dalla presenza dell'olio lubrificante, e spesso anche da carburazioni estremamente grasse. La combustione della benzina, ma non di meno quella dell'olio, ha la caratteristica di produrre dei composti carboniosi sull'isolante della candela, composti che in presenza di tensioni elevate diventano buoni conduttori, scaricando quindi a massa l'energia che dovrebbe invece servire per far scoccare una scintilla forte e quindi efficace.

La candela ha però la possibilità di autopulirsi da questi composti carboniosi, ma ci riesce soltanto sopra una certa temperatura, 500C. Sotto i 450C non riesce ad autopulirsi, anzi i composti si accumulano sempre di più. Tra 450C e 500C diciamo che la situazione rimane in equilibrio.

Quindi è importante che l'isolante della candela raggiunga almeno i 500C, ma esiste anche un problema complementare, sopra gli 850C la candela è così calda che può danneggiarsi, o peggio (sopra i 950C circa) causare l'accensione della miscela prima che scocchi la scintilla, causando la cosiddetta preaccensione, che è estremamente deleteria per il motore perché la combustione anticipata sviluppa pressione quando il pistone sta ancora salendo, frenandolo quindi con conseguente riduzione della potenza meccanica generata, stressando termicamente il pistone e meccanicamente sia questo che l'imbiellaggio, e causando pressioni così elevate in camera di combustione da innescare un fenomeno secondario ma ugualmente deleterio, la detonazione delle sacche di miscela non ancora investite dal fronte di fiamma (quindi, normalmente, quelle periferiche). La detonazione, come suggerisce la parola stessa, è una vera e propria esplosione, e causa elevatissimi shock meccanici e termici al motore. La detonazione inoltre spazza via il sottile strato di benzina e lubrificante che protegge le superfici interne del motore, e provoca l'erosione del metallo del pistone e della testata e a volte persino del cilindro (che iniziano letteralmente a partecipare anch'essi alla combustione ad altissima temperatura). Passano al massimo una manciata di secondi che prima ancora che il danno da detonazione possa provocare un grippaggio, quello da preaccensione provoca un foro al centro del pistone (a causa della temperatura localizzata estremamente elevata) e il motore si ammutolisce.

In conseguenza di questo è importante che la candela smaltisca il proprio calore in modo da non provocare mai la preaccensione, ma non lo faccia troppo, in modo da non accumulare depositi carboniosi fino a impedire che avvenga la scintilla (candela "bagnata" o "bruciata"). Come detto, sopra i 450-500C alcuni composti si generano ugualmente, ma non sono conduttori. La diversa temperatura genera composti di colore diverso e, come è facile intuire, questo si può sfruttare (e si sfrutta) per valutare la temperatura della combustione e quindi indirettamente lo stato della carburazione o se l'anticipo di accensione è eccessivo (ma esistono metodi molto migliori per valutare quest'ultimo).

La scelta del grado termico della candela è lo strumento che abbiamo a disposizione per far si che questa temperatura sia sempre entro il range compreso tra 500C e 850C. Ogni costruttore usa una scala propria, alcuni addirittura inversa (nel senso che per NGK e Denso più alto è il numero e più fredda sarà la candela, mentre per Brisk, Champion e Bosch è il contrario).

Va de sé che se si usa la moto in pista da cross sabbiosa col gas sempre spalancato bisogna seriamente preoccuparsi della preaccensione (e, ancor prima, di non danneggiare l'isolante) e quindi di montare una candela sufficientemente fredda, in modo che smaltisca bene il calore, quindi montare ad esempio una NGK di grado termico 8 (dipende dal motore, è solo un esempio per semplificare) ma se si usa la stessa moto prevalentemente a bassi regimi e gas parzializzato, con la 8 si rischia seriamente di bagnarla/bruciarla, se poi la carburazione è molto grassa è anche peggio (in caso di carburazione grassa la combustione genera meno calore) e se il motore (a 2 tempi) fa continuamente fourstroking ("trotta" come spesso avviene a gas parzializzato specie quando si è carburati grassi) le combustioni saranno dimezzate e con esse anche la generazione di calore, quindi con la 8 si avrà la quasi certezza di bagnare/bruciare la candela e di rimanere a piedi.

Generalmente un motore a punto, non troppo esasperato, come quelli delle nostre moto da fuoristrada (li consideriamo "motori racing" ma sono ben lontani dalle potenze specifiche dei motori da corsa, ad esempio) non è esageratamente critico sotto questo aspetto, quindi sui 250-300 2T a meno di usare la moto in condizioni esasperate (col motore costantemente sotto sforzo, quindi sabbia o pista, gare in salita, ecc..), un grado termico 7 (scala NGK) in genere offre, per l'enduro vario, il compromesso migliore, mettendo comunque al sicuro da rischi. È il grado che consigliamo anche a chi ha un cross endurizzato, dove quindi la Casa raccomanda la 8, ma per un uso enduristico normale (amatoriale) sui 250-300 la 7 va meglio. Sui 125-144 (sempre ad uso enduro amatoriale, non cross) invece consigliamo la 8. Questi valori sono indicativi solo nel caso si utilizzi la testata originale, nel caso di testate aftermarket ad alta compressione vanno incrementati di un punto, sempre indicativamente.

Sui 4T la candela è un componente molto meno critico, e (a meno di interventi che abbiano considerevolmente aumentato il rapporto di compressione) si può usare quella specificata dalla Casa senza bisogno di ottimizzare / affinare la scelta in base all'uso che si fa della moto, cosa invece molto utile (e necessaria) sui 2T.

APPROFONDIMENTI:

Domanda: « Cos'è che fisicamente conferisce il grado termico alla candela? Lo spessore del meteriale isolante o cosa? ».
Risposta: « A conferire il grado termico è la profondità dell'isolante (nella parte nascosta alla vista), che permette un maggiore o minore smaltimento del calore: ».


L'equivalenza del grado termico tra i vari produttori:


Nella seguente tabella trovate l'equivalenza tra le diverse scale dei principali produttori, coi gradi termici più caldi a sinistra e i più freddi a destra:


Grado termico e stagione:


Un'altra domanda ricorrente è: « Ho sentito qualcuno che parlava di aumentare di un grado termico la candela in estate e riabbassarlo in inverno, è una pratica utile o sono leggende da forum? ad esempio nel caso, in estate BR8EIX e in inverno BR7EIX. »

La risposta è più no che si: quello che conta è la temperatura all'interno della camera di combustione. È vero che se la temperatura del liquido refrigerante del motore sale, come accade più facilmente d'estate, salirà (degli stessi gradi) anche la temperatura in camera di combustione. Però la differenza di temperatura tra estate e inverno non giustifica un punto di grado termico, non arriva certo a tanto (parliamo di circa 50C di differenza tra una 7 e un 8). Ribadiamo comunque l'importanza del controllo stringente della temperatura di esercizio del motore (sia per le prestazioni in senso stretto e consistenza della carburazione che per la affidabilità/durata/vita del motore), quindi nella pratica dell'enduro è opportuno avere una buona ventola se si fa impestato e si rimane spesso fermi.

Il significato dei codici identificativi dei produttori:


Limitandoci ai più noti, almeno nell'ambito delle nostre moto da fuoristrada:

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NGK:



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Denso:

Codici candele DENSO Iridium Racing (come le IW01 citate più volte in questo articolo):


Codici candele DENSO Iridium Power e Iridium Tough:
(clicca per espandere l'immagine)

Codici candele DENSO tradizionali (incl. le Nickel e le Platinum):
(clicca per espandere l'immagine)

Codici candele DENSO TT:
(clicca per espandere l'immagine)

(L'eventuale) manutenzione/pulizia/recupero della candela:


Spesso viene posta la domanda « come si pulisce una candela "bagnata" o "bruciata"? ».

Innanzi tutto, che cosa si intende per candela "bagnata" o "bruciata"? L'isolante della candela, se non lavora entro il range di temperature in cui i composti carboniosi bruciano ed evaporano, accumula depositi di questi composti carboniosi che hanno la caratteristica di diventare conduttori, specie in presenza di forti campi elettrici (quindi magari col tester (ohmetro) sembrano ancora isolanti, in realtà con le tensioni di esercizio (15000-40000V) diventano buoni conduttori), scaricando quindi a massa l'energia che dovrebbe invece servire per generare una scintilla forte e quindi efficace. Con candela "bagnata" o "bruciata" in gergo si intende una candela "ammassata" ma secca, piena di fuliggine grigio scura, mentre con "candela bagnata" si intende anche che è molto unta, e bagnata (in genere di olio). L'effetto è lo stesso: una candela in quelle condizioni non può generare la scintilla, oppure la genera, ma troppo debole.

Esistono molti metodi per pulire, riportandola praticamente a nuovo, una candela "bagnata" o "bruciata", ma gli unici sicuri sono solo 2.

Un metodo spesso usato è quello di spazzolarla (noi lo sconsigliamo assolutamente, si può rovinare il riporto sugli elettrodi di alcune candele, e comunque danneggiare l'isolante, per quanto a occhio magari non si noti); metodi chimici (alcuni corrodono i metalli, e comunque non sono particolarmente efficaci); sabbiatura fine (funziona su alcuni tipi di candela, ma danneggia gli altri).

Premesso che, come abbiamo spiegato all'inizio dell'articolo, le candele per rimanere pulite (ossia per bruciare i composti carboniosi che si depositano sull'isolante) devono lavorare all'interno di un certo campo di temperature (ossia attorno a 450-850 gradi Celsius, perché al di sotto dei 450C si incrostano, mentre sopra gli 850C possono danneggiarsi e a temperature ancora maggiori provocare preaccensione distruggendo il motore), il modo più sicuro per pulirle è semplicemente quello di farle lavorare alle temperature a cui si autopuliscono. In questo modo si evitano abrasioni da spazzolatura, corrosione da agenti chimici (specie sugli elettrodi fatti con alcuni metalli), e possibili danni meccanici all'isolante in ceramica, che è piuttosto delicato.

Il metodo più semplice e immediato è, quando è possibile, quello di montarla (purché di tipo e grado termico compatibile) su un motore ben carburato, e utilizzarlo (approfittando di altre esigenze). La moto partirà male, ma una volta entrata in temperatura la candela comincerà a pulirsi da sola. Questo metodo può essere comodo per uso personale in alcuni casi (es. recupero di vecchie candele usate quando si era carburati male), ma non è certamente sempre utilizzabile.

L'altro metodo è portarla a circa 700C (temperatura intermedia all'interno del range ottimale, giusto per essere sicuri) utilizzando una fiamma, come quei cannelli a gas butano che si trovano a soli 10-15 EUR in qualsiasi negozio di ferramenta.

La procedura è molto semplice: si portano i depositi carboniosi a una temperatura sufficiente perché si inneschi la loro autocombustione, come si può vedere in questo video, avendo però l'accortezza di puntare la fiamma e quindi di pulire l'isolante anche in profondità (cosa che il l'autore del video non fa, visto che per farlo in maniera agevole bisogna tenere la candela con una pinza):



Il gap ottimale:


Il cosiddetto gap è la distanza tra gli elettrodi.

Maggiore è il gap, e maggiore sarà la tensione necessaria a far scoccare la scintilla, ma anche la lunghezza dell'arco elettrico, con ripercussioni positive sulla generazione del nucleo della combustione.

Aumentare il gap dà anche altri vantaggi (come vedremo nel prossimo paragrafo, sul quenching) ma richiede un impianto di accensione in grado di generare una tensione sufficiente. L'utilizzo di gap più elevati di quello specificato dalla Casa non è quindi possibile o quantomeno consigliabile sulle centraline originali, ma la PowerCDI genera tensioni molto maggiori con un fronte di salita ripidissimo e permette senza problemi l'utilizzo di gap anche molto elevati.

Oltre al limite rappresentato dalla tensione massima erogabile dall'impianto di accensione, a sconsigliare gap eccessivamente ampi vi è pure la possibilità, in caso di turbolenza molto elevata, che questa "soffi via" il delicato nucleo iniziale della combustione causando un misfire (mancata combustione).

IMPORTANTE: se si vuole regolare il gap bisogna agire solo sull'elettrodo esterno, esercitare forza su quello centrale potrebbe romperlo o danneggiarlo (anche in maniera non visibile), specie in candele con elettrodi sottili e delicati, come quelle all'iridio.

Il quenching:


Il quenching è un fenomeno fisico importante per le candele, esso consiste nell'assorbimento di calore che viene subito dal primissimo kernel (nucleo) iniziale della combustione ad opera degli elettrodi della candela, ed è tanto intenso quanto questi sono di grandi dimensioni e vicini tra loro.

Si tratta di un problema importante, perché la sottrazione di calore al piccolissimo fronte di fiamma appena formatosi ne rallenta lo sviluppo, e in taluni casi può anche estinguerlo/spegnerlo, causando un misfire (mancata combustione).

Non è la scintilla in sè ad accendere la miscela aria-carburante, ma in primis il calore generato dall'arco elettrico. Di conseguenza qualsiasi cosa che sottragga parte di quel calore non è positiva per un rapido sviluppo iniziale del fronte di fiamma. Infatti, lo sviluppo della combustione è lentissimo nelle fasi iniziali, e qualsiasi impedimento al libero sviluppo del nucleo iniziale della combustione ha ripercussioni negative sul tempo totale di combustione e quindi sulla potenza generata.

È importante che attorno al primo nucleo della combustione gli elettrodi offrano la superficie più ridotta possibile, questo sia per evitare il fenomeno del quenching (sottrazione di calore) che la schermatura stessa del fronte di fiamma. È per questo motivo che gli elettrodi piccoli (la cui fabbricazione impone però l'uso di metalli nobili) sono vantaggiosi.

Un altro modo per ridurre il quenching è quello di aumentare il gap (distanza tra gli elettrodi), questo ridurrà l'assorbimento di calore causato dagli elettrodi ma per contro richiede un impianto di accensione che possa produrre tensione elevata. È un sistema tranquillmente utilizzabile sulla PowerCDI (che permette anche di raddoppiare il gap) ma non sulle centraline originali.

Candele con elettrodi in metalli nobili (platino o iridio):


L'introduzione del platino (metallo nobile, molto resistente alla corrosione e all'ossidazione, e chimicamente inerte ai composti presenti in camera di combustione) nella produzione delle candele ha permesso la fabbricazione di elettrodi più piccoli, che concentrano l'energia su una superficie minore, generando così scintille più intense e quindi offrendo migliori chances di innescare una combustione ottimale. Inoltre, l'utilizzo di elettrodi più piccoli riduce il quenching che abbiamo descritto prima.

Anche con i materiali tradizionali (rame, nickel) è possibile costruire elettrodi più fini, ma senza l'utilizzo del platino o di altri metalli come l'iridio, l'erosione è tale che quegli elettrodi durerebbero soltanto qualche ora.

Per quanto riguarda l'uso sulle nostre moto da fuoristrada almeno, l'iridio ha completamente soppiantato il platino, che può quindi ritenersi obsoleto. Rispetto al platino, l'iridio è 6 volte più duro, 8 volte più resistente, presenta un punto di fusione 700C più evelato e in definitiva permette la fabbricazione di elettrodi più piccoli.

Le candele con elettrodo centrale in iridio sono identificate dal codice finale EIX (o ECMIX e altre varianti) nel caso di NGK, che le produce con elettrodo da 0.60mm, molto più fino di quelli tradizionali da 2.50mm. Ancora più in là si è spinta la Denso, che produce candele all'iridio-rodio (lega speciale brevettata dalla Denso e quindi non utilizzata da altri produttori) con elettrodo centrale dal diametro di appena 0.40mm, e quindi ancora più performante di quello NGK.

Nelle candele ancora più "racing"" troviamo anche l'elettrodo di massa in metallo nobile (platino), l'elettrodo di massa così prodotto - essendo più piccolo di quelli tradizionali - riduce sia il quenching che la schermatura del fronte di fiamma, e inoltre (come possiamo leggere più avanti) previene rischi di rottura dell'elettrodo stesso. Candele di questo tipo sono ad esempio le NGK R7376 o le Denso IW01.

Le candele all'iridio sono o non sono più delicate di quelle normali:


Un'altra domanda molto ricorrente è se le candele all'iridio siano più delicate (propense a bruciarsi) rispetto a quelle normali.

Non è vero che le candele all'iridio siano più delicate, come si legge spesso nei forum. Si legge anche il contrario. Si legge tutto e il contrario di tutto nei forum, a dire il vero. Non c'è nulla in una candela all'iridio che possa fare pensare a una maggiore suscettibilità alla carburazione grassa o problemi del genere. La nostra esperienza tecnica conferma quanto dicono le Case produttrici, ossia che le candele all'iridio sono più resistenti di quelle normali. Certo non fanno miracoli, ma le EIX(iridio) funzionano meglio delle ES(rame)/EG(nickel) (usando la terminologia NGK per comodità in questo esempio) anche sotto questo aspetto. Probabilmente la leggenda che quelle all'iridio si brucerebbero più facilmente è dovuta al fatto che si bruciano come (o meglio solo un poco di meno di) quelle normali ma, quando accade, la cosa rimane più impressa, nel portafogli e pure nei ricordi.. forse amplificata anche da chissà quali aspettative si avevano nei riguardi di questa candela "speciale".



Candele/pipette corte:


Domanda: « Ci sono candele simili alle BR7EIX ma con il gambo corto tipo ECM? »
Risposta: « Esistono (le BRxECMIX, ma non di grado 7), ma la soluzione più semplice è montare una pipetta corta, come questa (NGK LB05EMHA):

così facendo si avranno i vantaggi delle ECM potendo però usare una candela di lunghezza normale.
»

Domanda: « Oltre al gambo corte le ECM hanno anche qualche altra differenza? »
Risposta: « Isolano peggio esternamente, quindi mal sopportano tensioni molto elevate specialmente in presenza di gap relativamente ampi e/o motore sotto forte carico (pressione media effettiva elevata), ma non è normalmente un problema sulle nostre moto (a meno siano presenti impurità sull'isolante), anche perché l'isolante è "ondulato" e questo previene il problema. Il rischio è che la scintilla scocchi all'esterno della candela anziché all'interno. C'è una buona ragione per cui le candele sono oggetti così ingombranti. »

Che significa indicizzare una candela, come si fa e che vantaggi apporta:


È una pratica che consiste nello spessorare la candela tramite rondelle per orientare l'elettrodo di massa in un certo modo (di norma presentando il lato "aperto" verso il travaso centrale) allo scopo di migliorare (un poco) la combustione.

Si può fare ad esempio facendo un segno col pennarello sull'esterno della candela in corrispondenza della parte aperta dell'elettrodo (altrimenti invisibile una volta montata), per poi - facendo diversi tentativi con rondelle di vario spessore - orientarla (a candela serrata) verso il travaso centrale.

I vantaggi sono pochi, ma comunque reali, e il prezzo dell'operazione molto basso.

Prima di pensare di spessorare con rondelle, è meglio guardare se (con un po' di fortuna) con quella o un'altra candela - visto che in fabbrica vengono allineate in maniera casuale - si finisce già più o meno nel punto ottimale.

Attenzione a non giocare con la coppia di serraggio, sulla maggior parte dei nostri motori dev'essere di 20 Nm, se la stringete troppo forte guadagnate solo pochi gradi di rotazione ma per contro rischiate di rovinare la filettatura della testata (specie oltrepassando i 30 Nm), ed è persino peggio se la stringete troppo poco: la candela non trasmetterà il proprio calore alla testata, non riuscirà quindi a smaltirlo, e avrete preaccensione.

I vantaggi dell'indicizzazione della candela (in inglese "spark plug indexing") quali sono?

Forse avrete notato che la parte verso la luce di scarico è sempre la più "sporca", quindi schermarla grazie all'elettrodo di massa pare già intuitivamente una buona idea, avrete meno incrostazioni carboniose sull'isolante proprio dove è più facile che si formino (soprattutto al minimo).
Va da sè che se stiamo schermando il gap dalla luce di scarico, non lo staremo schermando dalla luce del travaso centrale, che è opposta a quella di scarico, quindi la miscela fresca investirà il gap in maniera diretta, portando alcuni piccoli benefici, in particolare un maggior raffreddamento dell'elettrodo centrale, un miglior lavaggio (in senso lato, ma rende l'idea) dai gas di scarico residui, e portando miscela incendiabile fresca proprio dove serve di più, all'interno del gap, facilitandone l'innesco e quindi portando ad una (modesta, ma reale) diminuizione dei misfire (combustioni mancate).

In realtà un altro vantaggio lo si ha perché il fronte di fiamma inizia a svilupparsi in una direzione conveniente rispetto alle turbolenze presenti in quel momento nella camera di combustione, ma onestamente questo effetto è davvero minimo, anche perché l'effetto coanda del travaso centrale, al momento in cui scocca la scintilla (pochi gradi prima del PMS, dipende dal regime), è già storia passata, per quanto un effetto swirl residuo ci sia sicuramente, ed è lui che ci interessa.

Insomma se potete indicizzarla con poca fatica bene, altrimenti personalmente non è il caso ci perderci il sonno.

Che cos'è una candela prominente:


Una candela prominente è una candela il cui elettrodo centrale sporge verso l'interno della camera di combustione di più rispetto a candele "normali".

Un esempio sono le NGK BP (anziché B, es. BPR7ES anziché BR7ES).

Si potrebbe pensare che tocchino sul cielo del pistone ma, tranne in motori particolari, siamo ben distanti da quelle quote anche utilizzando una candela prominente.

Detto questo, spesso le candele prominenti si dimostrano vantaggiose rispetto a quelle normali. Il motivo è che si trovano in una posizione più centrale in camera di combustione, e quindi incontrano maggiore turbolenza, oltre a originare la combustione da una posizione più favorevole per ottenere la propagazione più rapida possibile del fronte di fiamma.

Questo diminuisce il bisogno di anticipo accensione, che quindi utilizzando una candela prominente se ottimale va ora leggermente ridotto (operazione possibile sulla PowerCDI, dove cavo-interfaccia USB e software sono di serie). I vantaggi si sentono soprattutto al minimo e ai regimi più elevati, dove il riempimento volumetrico è scarso e quindi anche la velocità di combustione, e il leggero miglioramento apportato dal posizionamento migliore di questa candela si fa sentire.

Esiste anche un altro vantaggio: la maggiore vicinanza al cielo del pistone aumenta si il calore sulla candela, ma solo ai regimi e carichi più bassi, simulando quindi una candela più calda, che in questi frangenti è vantaggiosa (perché ai bassi carichi il rischio è quello di sporcare la candela, non di fonderla). Al contrario di quello che si potrebbe pensare, agli alti regimi / carichi / aperture del gas, la forte turbolenza presente in quelle condizioni attorno agli elettrodi della candela la raffredderà di più rispetto ad una candela normale, simulando una candela più fredda. Una candela prominente, in altre parole, ha un grado termico più esteso di una normale.

Bisogna assicurarsi però dell'effettiva compatibilità col proprio motore, prima di montarne una, ma per quanto riguarda quantomeno i 250/300 enduro e cross comunemente utilizzati, la compatibilità è quasi universale.

Candele e pipette con resistore e senza:


Esistono candele con o senza resistore (es. BR7ES e B7ES, dove la "R" nel codice indica appunto la presenza del resistore, solitamente da 5 kohm) e, analogamente, pipette con o senza resistore (anch'esse, solitamente, del valore di 5 kohm).

La presenza del resistore ha l'inevitabile inconveniente di assorbire una parte dell'energia, e quindi di diminuire l'intensità della scintilla, fatto di per sé negativo (specie nel caso si utilizzi un'accensione non molto potente).

Il resistore si inserisce nel circuito per diminuire i disturbi elettromagnetici emessi verso l'esterno, e se questo in ambito racing potrebbe essere un vantaggio di discutibile utilità, diventa comunque un'esigenza utilizzando centraline digitali sofisticate, per evitare disturbi auto-indotti che potrebbero causare malfunzionamenti (es. continui reset) nei sofisticati circuiti digitali.

Sulla PowerCDI, estremamente sofisticata ma anche elettricamente molto robusta, si può fare a meno di uno dei 2 resistori (candela o pipetta), ma noi consigliamo comunque di utilizzarli entrambi (come sull'impianto di serie) perché eliminando uno dei resistori i vantaggi in termini di potenza della scintilla sarebbero comunque irrisori, considerando la grandissima energia già prodotta dalla PowerCDI (dalle 4 alle 7 volte superiore rispetto alle centraline di serie più potenti).


Quali candele consigliamo:


Dovessimo fare una scala, e usando la terminologia NGK per comodità, partiremmo dalle ES (rame), passando alle EG (nickel) ma evitandole entrambe.. tranne, forse, per i tagliaerba. Per passare a candele diciamo "serie" bisogna arrivare alle EIX (iridio), seguite dalle NGK R7376 (o la equivalente, anzi migliore, Denso IW01) che sono sempre all'iridio (0.6mm sulla NGK e 0.4mm sulla Denso) ma hanno l'elettrodo di massa al platino.

Quelle che noi consigliamo di utilizzare con la PowerCDI (che genera una scintilla fortissima e le supporta in maniera eccellente, mentre sulle centraline originali spesso la tensione alla bobina è insufficiente a supportarle), sono le Brisk Multi-Spark, sono più economiche persino delle EIX, ma estremamente performanti, più delle NGK R7376 o delle Denso IW01. Garantiscono (rispetto alle EIX) un incremento di coppia e potenza su tutto l'arco di regimi anche dell'1%-2%, e miglioramenti ben più tangibili al minimo e fuorigiri.

Sono candele prominenti, senza elettrodo di massa nel senso stretto del termine, il che è un vantaggio molto importante perché il fronte di fiamma non viene schermato (e inoltre non serve nemmeno indicizzarle), e dal momento che presentano 3 gap in serie, sono l'unico tipo di candela realmente "multiscintilla" (le altre, anche se hanno fino a 4 elettrodi di massa, fanno comunque 1 sola scintilla alla volta.. questa invece ne fa davvero 3 contemporaneamente).

Un esempio sono le LR14ZC (rame) aventi grado termico equivalente NGK 7, o le LR12ZC (rame) o LR12ZS (argento), aventi grado termico equivalente NGK 8. È il design (ovviamente brevettato, un'esclusiva Brisk), non i materiali, che le rende così speciali e performanti in abbinamento alla scintilla estremamente intensa prodotta dalla PowerCDI.

Esiste poi la serie TXS (anziché ZC/ZS finale) ripiego possibile per le centraline originali che non garantiscono tensione sufficiente (e non è certamente il caso della PowerCDI, che offre grandi margini anche sulle ZC/ZS), ma fanno "solo" 2 scintille contemporaneamente e schermano parzialmente il fronte di fiamma in quanto hanno elettrodi di massa sporgenti.

Le Brisk Multi-Spark sono candele piuttosto delicate, in particolare l'isolante non va toccato (es. spazzolato, sabbiato, o peggio grattato) in alcun modo (tranne con una fiamma), perché ha un sottile e delicato riporto in ossido di titanio:

Confronto con una candela tradizionale:



Cosa si ottiene montando una candela migliore:


Finché il motore e la candela sono puliti non c'è quasi differenza tra una candela e l'altra, tranne nel caso della Brisk Multi-Spark, ma più che altro perché non ha nulla (elettrodo di massa) che schermi il fronte di fiamma, e perché è prominente e meglio centrata in camera di combustione. Anche la NGK R7376 e la Denso IW01, avendo elettrodi molti piccoli, offrono intrinsecamente qualche vantaggio, anche se non quanto la Brisk Multi-Spark.

Le differenze tra una candela e l'altra (anche ES vs EIX) cominciano a sentirsi, anche pesantemente, non appena il motore e la candela iniziano a sporcarsi, come avviene ad esempio sui 2 tempi in rilascio.

Le pistonate in rilascio sono causate proprio dai tantissimi e continui misfire (mancate combustioni) e combustioni parziali che avvengono in rilascio, che causano in pochi attimi il raffreddamento della candela, che inizia così a sporcarsi. Una buona candela aiuta a diminuire i misfire e quindi a mantenere il motore un po' più pulito in rilascio (e la PowerCDI risolve definitivamente il problema, grazie alla grandissima energia che fornisce alla candela).
Altra tipica situazione dove la differenza tra una candela e l'altra si può avvertire facilmente è a gas parzializzato, dove il motore fa fourstroking, ma anche nei transitori del gas, quando si spalanca rapidamente il gas, una candela piuttosto che un'altra può significare una risposta perfetta oppure un vuoto / spegnimento improvviso.

Quando la candela causa la rottura del motore:


Pur utilizzando il grado termico corretto, vi sono casi in cui l'elettrodo (specie quello di massa) si stacca e causa la distruzione del gruppo termico.

Questo accade molto raramente, ma se accade è molto più facile che accada su motori di piccola cubatura (come i 125 o i 144) che su quelli di cubatura maggiore (come i 250 o 300).

Sui 125/144 usati in maniera esasperata (a regimi e aperture del gas molto elevati), a parte ovviamente la scelta corretta del grado termico della candela, è molto consigliabile evitare candele con elettrodo di massa tradizionale (cosiddetto a "J" o "L"), come le NGK ES, le EG e le EIX ed equivalenti di altre marche, ed utilizzare solo candele con elettrodo di massa al platino, come le NGK R7376 e le Denso IW01, oppure le già citate Brisk Multi-Spark che sono prive dell'elettrodo di massa nel senso comune del termine.




Copyright © 2018 Fabio Bizzetti, tutti i diritti d'autore riservati. NOTA: la divulgazione e diffusione di questo articolo è gradita ed espressamente consentita, purché sia esclusivamente sotto forma di link diretto a questa pagina: qualsiasi altro uso è severamente vietato e verrà perseguito a norma di legge.

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ULTIMO AGGIORNAMENTO: 8 Marzo 2018